di Marta Giansanti

«Adamantem Cafè», un successo di qualità

A BRESCIA 16 nov 2021
Yana e Viola dietro al bancone del locale di corsetto Sant’Agata: un’attività di successo che regala soddisfazioni in una zona importante di Brescia come il centro storico Yana e Viola dietro al bancone del locale di corsetto Sant’Agata: un’attività di successo che regala soddisfazioni in una zona importante di Brescia come il centro storico

Un amore nato quasi per caso e trasformato, in pochissimo tempo, in una professione dai sorprendenti risultati. Tutto merito del binomio «qualità e gentilezza»: qualità immancabili nell’«Adamantem Cafè» di corsetto Sant'Agata. Un’attività incastonata nel cuore pulsante di Brescia, a due passi dalla Loggia, crocevia di studenti universitari e di abitanti della zona, partita ufficialmente tre anni fa e che ora punta a farsi largo anche nel contest targato Bresciaoggi e dedicato a tutti i locali della provincia. Un diamante raro nel settore, perché - sottolinea la titolare Yana Palii -«è necessario offrire un servizio come si deve e sapersi differenziare. La concorrenza, specialmente in centro storico, è altissima e noi dobbiamo fare del nostro meglio per farci riconoscere e non essere da meno». Non solo un dovere ma anche un piacere e uno stimolo per restare sempre al top. Un progetto di vita che parte da più lontano. «Ero una studentessa, avevo 16 anni e il weekend lavoravo come cameriera alla Ca’ Nöa - ricorda Yana -. Lo facevo per togliermi quegli sfizi che ha qualsiasi adolescente: la ricarica del telefonino, un vestito in più nell’armadio, il biglietto dell’autobus. Durante l’estate invece ero al ristorante tutti i giorni ed è proprio in quel periodo che ho iniziato ad innamorarmi davvero di questo lavoro». Un mestiere fatto di sacrifici ma che, nonostante la giovane età, non sembravano essere un ostacolo. Anzi: «Il titolare mi ha assunto a pieno titolo, mi diceva che ero particolarmente portata nella gestione». Detto fatto: dopo qualche anno le competenze e le capacità acquisite e la predisposizione all’imprenditorialità, sono diventate realtà concretizzandosi con l’apertura di «Adamantem Cafè». «A 24 anni ho deciso di intraprendere questa avventura e ho acquistato il bar - racconta la 27enne -. Non mi sono mai pentita, neppure un giorno. Sicuramente non è facile ma si giunge a questa consapevolezza sono quando ci sei dentro e inizi a comprendere tutto ciò che si cela dietro a un esercizio pubblico: le infinite incombenze burocratiche, i rapporti con i fornitori e i dipendenti, garantire che gli ingranaggi della macchina funzionino alla perfezione. Sono pensieri che non ti abbandonano mai. Ma anche questo aspetto può avere il suo fascino. Non mi vedrei a fare nient’altro. Amo stare qui, trascorro intere giornate al bar ma non mi pesa affatto». Aiutata da cinque dipendenti che si sono rivelati essere la sua famiglia: «Passiamo insieme tantissimo tempo, li considero parte di me, ci confidiamo e ci raccontiamo - dice orgogliosa -. Anche durante i mesi più difficili della pandemia siamo stati sempre uniti. Ognuno di noi sapeva che c’eravamo l’uno per gli altri e che, in caso di bisogno, potevano contare su di me». Un periodo complesso, il più difficile dalla sua apertura, ma superato alla grande: «Ne siamo usciti più forti di prima e gli effetti si vedono: siamo contenti di come stanno andando le cose, di quanto stiamo lavoriamo e di certo non ci vogliamo fermare qui». Merito della qualità dei prodotti utilizzati, dell'atteggiamento cortese con i clienti e della ricercata selezione di vini, «perché anche tra le cantine italiane ci sono eccellenze al pari, se non superiori, di quelle francesi». E chissà se tra qualche anno ci sarà l’intenzione di lanciarsi in qualcosa di più grande: «Per ora stiamo molto bene così, un domani si vedrà». •.