Sulla cima dell'isola lacustre più grande d'Europa c'è un piccolo bar. Potrebbe essere l'incipit di una sigla televisiva: a Montisola invece, è realtà. Siamo a Cure, la frazione isolana più alta – 520 metri – e da qui si passa obbligatoriamente per raggiungere la vetta ed il santuario della Madonna della Ceriola. All'inizio del borgo, dal 1967, c'è il «Bar Alimentari Da Ernesta», un vero e proprio punto d'incontro per la piccola comunità di 80 persone che vi abitano. «Tutto è partito da un'idea di nonna Ernestina – spiega con orgoglio Enrica Turla, che con mamma Marisa ed il fratello Battista gestisce il locale – ed è grazie al suo impegno ed al suo lavoro che oggi possiamo vivere questa bella avventura. E' sempre stata una donna tenace, laboriosa, cocciuta come solo le donne dell'isola sanno essere». «All'inizio il posto era semplicemente una piccola bottega sotto casa nostra – continua – e la nonna ogni mattina all'alba scendeva a piedi al lago a comprare il pane per poi venderlo in negozio, con mio papà Venanzio, che all'epoca aveva 8 anni, al seguito. Sugli scaffali c'erano generi di prima necessità, pasta, vino e poco altro. C'erano però un paio di tavoli, dove gli abitanti del paese si sedevano per giocare a carte e passare qualche ora insieme. Oggi, pare che il tempo si sia fermato: i tavolini ci sono sempre, anche se abbiamo ammodernato il locale, e la gente del borgo viene per bersi un caffè o una birra. Ci si conosce tutti, ed i clienti fissi li conosciamo uno ad uno». Tre generazioni si sono susseguite, nella gestione del Bar di Cure, divenuto ormai un'istituzione per tutta Montisola: è il classico «baretto» di passaggio, poiché il turismo primaverile ed estivo transita da qui, salendo dal bosco, dai sentieri che si inerpicano verso il santuario. «L'estate scorsa abbiamo accolto tantissimi stranieri – chiarisce Enrica – soprattutto tedeschi. Nella bella stagione qui tutto si trasforma: pare di essere in una piccola metropoli. Fortunatamente abbiamo un bel cortile, caratteristico, molto apprezzato come location. Prepariamo panini e toast, birre e bibite: la gente passa, compra, saluta e riparte. Salvo poi ripassare qualche ora più tardi per salutare e raccontare come ha passato il pomeriggio». «Siamo gli ultimi baristi rimasti nelle piccole frazioni isolane – aggiunge con rammarico – purtroppo in molti hanno chiuso. Tirare avanti è dura, ma si resiste con fierezza. Il Covid ci ha piegato ma non spezzato: siamo gente dura noi isolani». Il Bar Ernesta fornisce anche un importante servizio di asporto e di spesa conto terzi: molti anziani hanno bisogno della spesa a domicilio, e la famiglia Turla, con l'aiuto del fratello di Enrica, Battista, che con il motorino fa la spola dal bar alle varie abitazioni, non lascia solo nessuno. «Siamo aperti 365 giorni all'anno, proprio per dare una mano ed essere un punto di riferimento per tutta la comunità. Io ho due figli – chiude Enrica – Rudy e Achille. Mi piacerebbe che un giorno potessero portare avanti questa attività, sarebbe bello prolungare alla quarta generazione la gestione del bar». Intanto si godono anche la buona posizione nel nostro contest, con l’augurio che rimanervi fino al termine.•.
Al Bar Da Ernesta c’è la storia di Montisola
