A Vestone c’è Mirco l’alpino, barista «per sempre e non per caso» e che, pur essendosi diplomato cuoco, fin da ragazzo aveva già scelto quale bar avrebbe poi posseduto e diretto. Mirco Piccinelli, che è nato ad Alone nel 1977, oggi ha 44 anni, ed ha frequentato l’istituto alberghiero per 5 anni: «I primi 3 li ho fatti al Polivalente di Idro, per il quarto mi sono spostato a Gardone Riviera, e poi la quinta l’ho frequentata di nuovo a Idro, con annesso esame di maturità da cuoco, ben superato». Subito ha iniziato l’attività di cuoco, ma sentiva di non essere del tutto soddisfatto, pur se il lavoro gli piaceva; del resto già da bambino, a 8 anni alle feste nella sua Alone, c’era pure lui dietro il bancone, quasi non si vedeva ma già preparava caffè e versava bibite, pur sotto l’occhio vigile di qualche adulto. Già allora nel suo futuro era scritto che avrebbe fatto il barista. Poi, diventato più grande e studente, Mirco inizia a frequentare il «Picol Bar» di Vestone, «e me ne sono subito innamorato per il suo stile da pub inglese». Una volta diplomato sono arrivati 2 anni da cuoco: «Finché è arrivata la naja: ho fatto l’alpino a Torino, e mi hanno subito messo in cucina. Ma poi ho chiesto d’esser spostato a Bolzano, e qui mi hanno fatto fare il barista. Qui lavoravo in guanti bianchi. Ho capito che era davvero quella la mia strada». Innamoratosi per la seconda volta della professione di barista, appena tornato si è licenziato da cuoco (il posto gli era stato mantenuto mentre era sotto le armi) ed ha preso a lavorare in fabbrica per 2 anni e mezzo, ma con l’occhio sempre a cercare un bar tutto suo. Arriva così il 2002 quando Mirco prende in affitto il suo primo bar alla Brina di Vestone, lo Skj Kafè, e lo gestisce per 2 anni sui 3 di contratto: «Ma non mi piaceva, non mi dava soddisfazione. E così a novembre 2004 ho visto un annuncio di messa in vendita di quel “Picol Bar” di cui ero innamorato, e tempo 2 mesi era mio». Il 15 gennaio 2005, una settimana prima dell’introduzione del divieto di fumare nei bar, Mirco inizia a gestire il locale che aveva sempre sognato: «Ho iniziato con entusiasmo, e dopo 16 anni sono ancora qui a riconfermare che è il mio lavoro, che lo amo». Mirco vuole anche ringraziare per il sostegno avuto negli anni papà Vitale e mamma Silvana, ed il fratello Simone che solo 10 mesi fa gli ha dato un nipotino, Dylan, che lo ha reso uno zio felice. E’ sempre andato tutto bene? «In 16 anni ho vissuto anche momenti difficili. Durante il periodo Covid… lì ho anche pensato di smettere. Ma poi ho tenuto duro, e sono contento di averlo fatto». Tanto che di recente Mirco Piccinelli dopo anni di sacrific ha anche acquistato i muri del bar: «Prima lo gestivo, ora è anche del tutto mio. Ora voglio schiarirlo, renderlo più moderno, un po’ a mia immagine». E adesso che cosa direbbe ai giovani aspiranti baristi? «Che non bisogna mai perdere la fiducia, bisogna crederci. Io ci ho creduto, e continuerò a crederci. Perché so che ho fatto la scelta giusta».•. © RIPRODUZIONE RISERVATA
«Picol Bar», grande sogno diventato realtà
